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"Quartieri tortuosi incollati a colline scoscese, facciate e persone stranamente rattoppate, strade pittoresche e volti espressivi e senza tempo. Nei testi cerco di descrivere la fatidica ambivalenza di Napoli tra acqua e fuoco: da un lato il mare, che ha sempre fornito cibo, bellezza, benessere; dall'altro il vulcano, minaccia latente e subliminale, ma anche fonte di forza. Sembra che il suo fuoco si sia bruciato nel cuore e nell'anima della gente e che esploda quotidianamente nella loro esuberante brama di vita - quasi avidità di vita". Fotografo e antropologo con decenni d'esperienza, Günther in questo itinerario fotografico-saggistico è lontanissimo da quella visione oleografica di Napoli, che unisce pizza e arte dell'arrangiarsi, mare e delinquenza in un'unica cartolina ammuffita, ed è riuscito a immergersi nella lacerazione profonda, nella disperazione silenziosa che resta incollata sempre, senza poter farci nulla, sulla schiena di "chi tène 'o mare".